Kim's General in Russia (Part 1)
(IT)
Con l'intensificarsi dei rapporti tra la Federazione Russa e la Corea del Nord, sempre più rilevante diviene anche il supporto di quest'ultima verso il conflitto in Ucraina. In particolare, la Corea del Nord ha pianificato l'invio di oltre 100.000 soldati (dopo averne già mobilitati circa 10.000) per supportare le truppe russe nelle più recenti offensive riguardanti la cosiddetta "operazione militare speciale" nei territori di Kiev. Si tratta comunque di un percorso graduale, che porterà ad avere un costante ricambio di unità militari, permettendo in questo modo alle unità sul fronte di poter riposare e, allo stesso tempo, integrare forze fresche all'interno dei reparti già schierati o che lo saranno a breve in sostituzione di altri reggimenti.
Per controllare al meglio le truppe, registrarne i movimenti, il loro effettivo impiego e quali risultati esse conseguono all'interno dei diversi teatri di guerra, è necessario per Pyongyang avere personale di fiducia sul campo, permettendo a Kim Jong-Un di avere un quadro generale dell'efficacia delle proprie forze speciali e di come esse si comportino (o possano comportarsi) in uno scenario di carattere bellico. In tal senso, è notizia l'invio, a fianco ad alcuni contingenti russi, di figure importanti della nomenklatura militare e della sicurezza nordcoreana. Tra queste, tra gli oltre 500 ufficiali del corpo di spedizione, troviamo Kim Yong Bok, Ri Chang Ho e Sin Kum Cheol.
Come molti generali e figure apicali del regime kimista, le informazioni riguardanti Kim Yong Bok sono poche. Luogo e data di nascita sono sconosciuti, mentre maggiori dettagli arrivano dalla sua carriera all'interno dell'Armata del Popolo Coreano, per la gran parte raccolti dal progetto North Korea Leadership Watch. Possiede la carica di Colonnello Generale (Sangjang), quarta in ordine d'importanza e gerarchia all'interno della KPA. Successiva alla carica di Colonnello Generale vi è infatti quella di Generale dell'Esercito (Daejang), seguita da quella di Vice Maresciallo (Chasu) e, la più importante, di Maresciallo dell'Esercito (Wonsu). Riservata ai leader supremi della Corea del Nord, Kim Il-Sung e Kim Jong-Il, è invece la carica di Gran Maresciallo della Repubblica Popolare Democratica di Corea (Taewonsu), conferita postuma (Kim Jong-Un possiede unicamente la carica di Wonsu).
La posizione di Kim Yong Bok all'interno dell'esercito è quella di Vice Capo dello Stato Maggiore dell'esercito. Si tratta di una posizione rilevante, in quanto si trova sotto il controllo del Ministero delle Forze Armate del Popolo, che a sua volta gestisce, oltre allo Stato Maggiore, anche l'Ufficio Politico Generale e il Comando di Sicurezza (l'agenzia di sorveglianza interna alle gerarchie militari). Lo Stato Maggiore dell'esercito ha responsabilità operativa nei confronti delle forze terrestri, aeree, marittime, speciali e di riserva, subordinando al suo controllo oltre 20 uffici e organizzazioni militari di vario tipo (scuole, accademie e università). Si occupa anche di realizzare strategie militari, operazioni di vario tipo ed esercitazioni. In tal senso, Kim Yong Bok è responsabile delle attività riguardanti le forze speciali e dei reparti di fanteria leggera. È comandante della Grande Unità Combinata #630, parte dell'XI corpo d'armata della KPA, unità strategica delle forze speciali con compiti altamente delicati, tra i quali, in caso di conflitto tra il Nord e Sud, la creazione di un secondo fronte interno o confinante ai territori di Seoul tramite tattiche di distrazione e disturbo.
Oltre agli affari militari, Kim Yong Bok ha avuto anche un'importante carriera all'interno del Partito dei Lavoratori di Corea. Nel maggio del 2016 è stato eletto, durante il settimo congresso del partito, membro della Commissione Centrale del WPK, istituzione che organizza la Commissione Militare Centrale del partito, elegge l'Ufficio Politico, organizza l'Ufficio Politico Esecutivo ed elegge la Commissione di Controllo (una sorta di organo anti-corruzione). Nel gennaio del 2021 ritorna nuovamente membro effettivo della Commissione Centrale, con posizioni negli alti comandi delle forze armate.
Il suo viaggio in Russia, effettuato durante il mese di ottobre del 2024, è probabilmente dovuto alla necessità di creare uffici e strutture amministrative che collaborino con le controparti russe, al fine di perfezionare la collaborazione sul campo della gestione delle risorse umane e un loro migliore effettivo impiego nei teatri di guerra. Appare infatti difficile che Kim Jong-Un mandi uno dei suoi più importanti generali direttamente sul campo di battaglia. Si tratterebbe perlopiù di rafforzare i rapporti tra i comandi militari dei due eserciti, anche a livello di fiducia reciproca, in quanto l'invio di Yong Bok mostra come lo stesso Kim abbia fiducia nell'approfondire la collaborazione tra Russia e Corea del Nord.
L'invio di forze speciali da parte della Corea del Nord risulta centrale, in quanto Kim Jong-Un ha bisogno di forze militari e reggimenti con una reale esperienza bellica, cosa che manca a molti reparti all'interno della KPA. L'invio delle forze speciali, tra i corpi meglio finanziati del regime, permette quindi di comprenderne l'effettiva potenza sul campo, come anche affinare e mettere a punto nuove strategie d'ingaggio grazie all'esperienza maturata nei territori ucraini, da esportare in un futuro aumento delle tensioni lungo il 38° parallelo. Allo stesso tempo però i rischi sono molto alti: nonostante il controllo e l'alto grado d'indottrinamento politico, le defezioni potrebbero aumentare grazie all'avvio di operazioni psicologiche realizzate dalle forze di Kiev (in una possibile collaborazione con Seoul) per convincere le truppe del Nord a disertare, ottenendo informazioni essenziali per i servizi d'Ucraina e della Corea del Sud sugli accordi militari russo-nordcoreani, il tutto in cambio di protezione e di una vita migliore. Inoltre, non è detto che l'esperienza maturata possa essere effettivamente spendibile sul terreno coreano, in quanto un eventuale conflitto sulla penisola avrebbe strategie belliche e definizioni geografiche completamente differenti da quelle dei teatri del Donbas.
Kim Yong Bok, circled and holding a notebook, next to Kim Jong Un in a video broadcast on South Korean television (Kim Jae-Hwan/SOPA Images via ZUMA Press Wire) |
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With the intensification of relations between the Russian Federation and North Korea, the latter's support for the conflict in Ukraine is becoming increasingly relevant. In particular, North Korea has planned to send over 100,000 soldiers (after having already mobilized about 10,000) to support Russian troops in the most recent offensives regarding the so-called "special military operation" in Kyiv's territories. However, this gradual process will lead to a constant rotation of military units, thus allowing units on the front to rest while simultaneously integrating fresh forces into units already deployed or soon to be deployed in replacement of other regiments.
To better control the troops, track their movements, their effective deployment, and what results they achieve within different theaters of war, Pyongyang needs trusted personnel on the field, allowing Kim Jong-Un to have a general overview of the effectiveness of his special forces and how they behave (or might behave) in a war scenario. In this regard, there is news of the deployment, alongside some Russian contingents, of important figures from North Korean military and security jargon. Among these, among the over 500 officers of the expeditionary corps, we find Kim Yong Bok, Ri Chang Ho, and Sin Kum Cheol.
Like many generals and top figures in the Kim regime, information about Kim Yong Bok is scarce. His place and date of birth are unknown, while more details come from his career within the Korean People's Army, mostly collected by the North Korea Leadership Watch project. He holds the rank of Colonel General (Sangjang), fourth in order of importance and hierarchy within the KPA. Following the rank of Colonel General is that of Army General (Daejang), followed by Vice Marshal (Chasu), and, most importantly, Army Marshal (Wonsu). Reserved for the supreme leaders of North Korea, Kim Il-Sung and Kim Jong-Il, is instead the rank of Grand Marshal of the Democratic People's Republic of Korea (Taewonsu), conferred posthumously (Kim Jong-Un only holds the rank of Wonsu).
Kim Yong Bok's position within the army is that of Deputy Chief of the Army General Staff. This is a significant position, as it falls under the control of the Ministry of People's Armed Forces, which manages, besides the General Staff, the General Political Bureau and the Security Command (the internal surveillance agency within military hierarchies). The Army General Staff has operational responsibility for ground, air, naval, special, and reserve forces, subordinating over 20 offices and various types of military organizations (schools, academies, and universities) to its control. It also deals with developing military strategies, various operations, and exercises. In this sense, Kim Yong Bok is responsible for activities concerning special forces and light infantry units. He is commander of Combined Unit #630, part of the KPA's XI Corps, a strategic special forces unit with highly sensitive tasks, including, in case of conflict between North and South, the creation of a second internal front or one bordering Seoul's territories through distraction and disruption tactics.
Beyond military affairs, Kim Yong Bok has also had an important career within the Workers' Party of Korea. In May 2016, he was elected, during the party's seventh congress, as a member of the WPK Central Committee, an institution that organizes the party's Central Military Commission, elects the Political Bureau, organizes the Executive Political Bureau, and elects the Control Commission (a sort of anti-corruption body). In January 2021, he again became a full member of the Central Committee, with positions in the armed forces high command.
His trip to Russia, made in October 2024, is probably due to the need to create administrative offices and structures that collaborate with Russian counterparts to perfect collaboration in the field of human resource management and their better effective employment in theaters of war. It seems unlikely that Kim Jong-Un would send one of his most important generals directly to the battlefield. It would be more about strengthening relations between the military commands of the two armies, also in terms of mutual trust, as sending Yong Bok shows that Kim himself has confidence in deepening collaboration between Russia and North Korea.
The sending of special forces by North Korea is central, as Kim Jong-Un needs military forces and regiments with real war experience, something that many units within the KPA lack. The deployment of special forces, among the best-funded corps of the regime, therefore allows understanding of their actual power on the field, as well as refining and developing new engagement strategies thanks to the experience gained in Ukrainian territories, to be exported in a future increase of tensions along the 38th parallel. However, the risks are very high: despite control and a high degree of political indoctrination, defections could increase thanks to psychological operations carried out by Kyiv's forces (in possible collaboration with Seoul) to convince Northern troops to desert, obtaining essential information for Ukrainian and South Korean services about Russian-North Korean military agreements, all in exchange for protection and a better life. Moreover, it is not certain that the gained experience can be effectively spent on Korean terrain, as any conflict on the peninsula would have completely different warfare strategies and geographical definitions from those of the Donbas theaters.
In this photo, Kim Yong Bok is the first on the left. |
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